TECNICA

Chirurgia piezoelettrica in chirurgia maxillo-facciale oncologica

La chirurgia piezoelettrica è una tecnica innovativa e rivoluzionaria permette la realizzazione di osteotomie ed osteoplastiche attraverso microvibrazioni prodotte per mezzo di uno scalpello ad ultrasuoni. Da un punto di vista clinico, la chirurgia piezoelettrica è superiore ad altre tecniche chirurgiche, perché è precisa, facile da usare, sicura, selettiva per i tessuti mineralizzati e consente una massima visibilità intraoperatoria.

CHE COS’È LA CHIRURGIA PIEZOELETTRICA

La chirurgia piezoelettrica è stata ideata per superare i limiti degli strumenti tradizionali impiegati per la chirurgia ossea.
L’inserto vibra con una ampiezza variabile da 60 a 200 υmm con una frequenza ultrasuonica modulata.
Essendo la frequenza di vibrazione ottimale per i tessuti mineralizzati, questa tecnica chirurgica permette di effettuare interventi senza danneggiare i tessuti molli e di risparmiare quindi strutture nobili quali strutture vascolari e nervose.
La ridotta ampiezza delle vibrazioni micrometriche permette un’esecuzione chirurgica di grandissima precisione ed il taglio può essere condotto con estrema facilità.
Infatti, mentre le tradizionali tecnologie di taglio richiedono, da parte dell’operatore, una forza che contrasti la coppia rotatoria delle frese rotanti o le macrovibrazioni delle seghe oscillanti, con conseguente diminuzione della sensibilità chirurgica, la chirurgia piezoelettrica richiede una pressione minima, consentendo di eseguire osteotomie di estrema precisione con la stessa facilità con cui si esegue un disegno.

CARATTERISTICHE TECNICHE

  • Range di vibrazioni compreso tra i 60 e i 200 υmm.
  • Frequenza ultrasonica modulata a partire da 25kHz.
  • Entry power compreso tra i 2.8 e i 16 W.

CARATTERISTICHE DEL TAGLIO

  • Micrometrico: le vibrazioni dell’inserto hanno un’ampiezza orizzontale di 60 – 200 υmm ed una verticale di 20-60 υmm.
  • Selettivo per i tessuti mineralizzati.
  • La costante irrigazione con soluzione fisiologica durante il taglio, mantiene il campo operatorio pulito ed evita gli eccessi di temperatura.

La tecnica della chirurgia piezoelettrica, nata in campo odontostomatologico, sta diventando nelle nostre mani un potente strumento in chirurgia maxillo-facciale oncologica.

CASO CLINICO N° 1

Donna di 76 anni portatrice di un carcinoma squamoso del trigono retromolare infiltrante l’osso mandibolare T4N0.
La paziente è stata sottoposta ad intervento “commando”.

1. Carcinoma squamoso della pelvi buccale infiltrante l’osso mandibolare.

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2. Osteotomia piezoelettrica condotta a livello della sinfisi mentoniera.

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3. Osteotomia piezoelettrica del corpo e del ramo mandibolare.

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4. Il taglio piezoelettrico selettivo per l’osso ha permesso di conservare il nervo mandibolare.

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5. Campo operatorio al termine delle osteotomie.

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CASO CLINICO N° 2

Donna di 82 anni portatrice di un carcinoma squamoso multifocale del cavo orale infiltrante la mandibla T4N0.
Una mandibulectomia marginale è stata effettuata con tecnica piezoelettrica.

1. Osteotomia piezoelettrica condotta a livello parasinfisario.

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2. Osteotomia piezoelettrica condotta all’angolo mandibolare.

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3. Il tumore viene rimosso in monoblocco con l’osso mandibolare.

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4. Campo operatorio dopo l’exeresi chirurgica.

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CASO CLINICO N° 3

Paziente di 92 anni portatore di un carcinoma squamoso dell’emipalato duro di sx infiltrante il seno mascellare omolaterale T4N1. È stata effettuata una maxillectomia parziale con dissezione conservativa del collo.

1. Carcinoma squamoso infiltrante dell’emipalato duro di sinistra.

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2. Una fase dell’osteotomia piezoelettrica.

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3. L’inserto piezoelettrico delimita i margini della maxillectomia parziale.

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4. Campo operatorio dopo l’exeresi chirurgica.

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RISULTATI E CONCLUSIONI

Tutti i pazienti operati hanno ben sopportato l’intervento, non si sono verificate nè emorragie nè infezioni post-operatorie e la degenza è stata di breve durata; tutti i pazienti hanno conseguito un buon risultato estetico e funzionale. La chirurgia piezoelettrica infatti causa un trauma minimo sull’osso con scarso sanguinamento permettendo una guarigione più rapida dei tessuti. Riteniamo che questa tecnica in determinati casi selezionati, soprattutto in pazienti di età avanzata, possa costituire una valida alternativa alla chirurgia tradizaionale.

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